Scrittore italiano. Dopo gli studi giuridici, preferiti alla carriera
ecclesiastica, a Roma nel 1801 iniziò a dedicarsi agli studi scientifici
e letterari, frequentando circoli letterari e cimentandosi in composizioni
poetiche. Nel 1808 fu podestà a Savignano, quindi giudice a Pesaro; nel
1812 sposò la figlia di V. Monti, Costanza (Roma 1792 - Ferrara 1840).
Partecipò, soprattutto, alle polemiche letterarie e linguistiche di
quegli anni, sostenendo le idee montiane, contro i puristi e i letterati della
Crusca, capitanati dal padre Cesari, che volevano imporre il ritorno alla lingua
italiana trecentesca. Espose le sue teorie linguistiche negli scritti
Degli
scrittori del Trecento e de' loro imitatori (1818) e
Dell'amor patrio di
Dante e del suo libro intorno il Volgare Eloquio (1820). Tra le sue opere
poetiche, in puro stile classicistico, ricordiamo:
Il prigioniero apostolico;
Visione; Cantilena di Menicone (Savignano di Romagna, Forlì 1779 -
Pesaro 1822).